Formula1 Passione

Nei segreti del simulatore della Ferrari

« Older   Newer »
  Share  
mauriturbo
view post Posted on 25/12/2011, 21:08     +1   -1




14296_nei-segreti-del-simulatore-della-ferrari


È un cubo di cemento nel cuore del Reparto Corse a Maranello. Immaginate una struttura di tre piani all'interno del quale c'è una stanza vuota con il “ragno”.

Non ci sono aperture che danno all'esterno, non filtra la luce, ma c'è l'illuminazione artificiale, anche se è il buio l'ambiente più naturale. Chi ha il privilegio di affacciarsi dalle finestre della sala di controllo ha la sensazione di trovarsi in una sorta di cinema 3D.

La percezione è di uscire dalla realtà per immergersi in un mondo virtuale che lega il presente al futuro. È in questa sala che la Ferrari cela il suo simulatore. Ha ragione il presidente Luca di Montezemolo, quando parla di una Formula 1 con caratteristiche sempre meno automobilistiche e sempre più aero-spaziali.

Con il divieto dei test in stagione (è concessa solo una sessione di tre giorni al Mugello in maggio) l'interazione fra le novità della galleria del vento e il simulatore diventa determinante nello sviluppo di una monoposto competitiva. E così i soldi che ipocritamente non si spendono in pista (per la Ferrari disporre di Fiorano e Mugello è un costo...) si investono nella simulazione. Parliamo di milioni di euro per l'installazione del “ragno” e per il continuo aggiornamento dei programmi.

Al centro della sala c'è una piattaforma curata dalla Moog, alla quale si accede con una scaletta, proprio come se si fosse in una navigella: si tratta di una struttura in alluminio e materiali compositi che ospita l'abitacolo di una monoposto ed i dispositivi per la visualizzazione delle immagini e la diffusione del suono.

Quando si mette in... moto, il “ragno” si alza al centro della sala grazie agli attuatori controllati elettronicamente, sei bracci telescopici che muovono un'astronave di 2 tonnellate in grado di riprodurre qualsiasi movimento in tutte le direzioni, ricostruendo in questo modo parte delle sensazioni percepite dal pilota.

Il “ragno” ha movimenti bruschi e repentini e asseconda accelerazioni e frenate, oltre che eventuali dislivelli. Il tester, insomma, si ritrova seduto nell'abitacolo della sua monoposto, ma è avvolto da cinque megaschermi che coprono una visuale di oltre 180 gradi nei quali si riproduce lo scenario che il pilota vedrebbe se fosse realmente alla guida di una macchina reale, inclusa la visione offerta dagli specchietti retrovisori.

Concepiti dall’industria aeronautica per allenare i piloti di aerei, i simulatori sono diventati sempre più importanti per la Formula 1 anche in coincidenza con la progressiva diminuzione dei test in pista. Nell’immaginario collettivo i simulatori sono delle versioni allargate dei videogiochi ma la realtà è decisamente più complessa.

L'unità di elaborazione centrale è basata su "10 calcolatori multi-processore con una memoria totale di oltre 60 GB RAM; la mole di dati che può essere prodotta è di circa 5 GB al giorno. Il sistema audio è Dolby Surround 7.1 con una potenza di 3500 W, mentre per quanto riguarda il video il pilota si affida a 5 schermi per un angolo visivo superiore ai 180°, mentre la potenza installata è di circa 130 kW. C'è un team di tecnici che si occupa dello sviluppo dei sistemi e altri che, invece, implementano i dati raccolti in pista perché il percepito dal pilota sia sempre più realistico.

“Il lavoro su una nuova pista inizia creandone il modello, utilizzando i disegni CAD, dati, foto e, talvolta, il rilievo con il laser del tracciato stesso – spiega Gabriele Delli Colli, che segue lo sviluppo e le operazioni del simulatore della Scuderia Ferrari – successivamente inizia il lavoro vero e proprio al simulatore con la definizione di un primo assetto base della macchina”.

Il “ragno” è sempre più utilizzato...

“Di solito una giornata al simulatore comincia alle nove di mattina e si conclude verso le tre del pomeriggio, dopo che sono stati completati dai 15 ai 20 run pari a circa una settantina di giri – spiega Delli Colli – In funzione degli obiettivi, di solito si comincia con una sessione rivolta allo sviluppo della vettura, provando differenti opzioni rispetto alla base di partenza. Se invece si lavora su una pista nuova, allora ci si concentra di più sulla conoscenza del tracciato, sempre partendo da un assetto standard iniziale. Inoltre, si cerca di capire se ci sono dei punti in comune con altri tracciati che possono essere utili per il nostro lavoro di sviluppo”.

Sono diversi i piloti che lavorano al simulatore Ferrari. Oltre ai piloti titolari Alonso e Massa, vengono utilizzati anche Davide Rigon e Andrea Bertolini e hanno accesso all'astronave pure i piloti della Ferrari Driver Academy come Julien Bianchi e Sergio Perez.

“Abbiamo dei collaudatori con vari livelli di esperienza che sviluppano il simulatore e il modello ma la decisione finale su eventuali sviluppi spetta a Felipe e Fernando che, di solito, vengono qui almeno una volta al mese per convalidare i risultati – aggiunge Delli Colli – al simulatore bisogna fare molta più attenzione a come viene configurato il modello e la parte più difficile è la definizione della correlazione fra il simulatore stesso e la vettura reale”.

Se il simulatore può essere impiegato da un pilota per conoscere una nuova pista e dagli ingegneri per definire un assetto di base può risultare utile anche a pianificare la strategia di gara, come spiega Neil Martin, responsabile del dipartimento Sviluppo Strategie Operazioni:

“Quando si va su una nuova pista non disponiamo di dati storici quindi il lavoro deve iniziare diversi mesi prima dell’evento. Dopo aver creato la pista virtuale e averla fatta provare ai piloti si può cominciare a calcolare le forze che agiscono sulla macchina in modo da avere un’idea dei carichi cui saranno sottoposti gli pneumatici: aggiungendo i dati sul livello di abrasività dell’asfalto si inizia a capire quale potrà essere il degrado degli pneumatici, un elemento cruciale per la strategia. Inoltre, si può individuare la traiettoria ottimale oppure valutare le chance di superare o di essere superati utilizzando il DRS”.

L'evoluzione del sistema è continua e la sofisticazione cresce con la conoscenza. In occasione della cena di Natale con Luca di Montezemolo i giornalisti invitati hanno avuto il privilegio di sfidarsi sul simulatore della AllSport montato nei box di Fiorano: i tre colleghi migliori hanno effettuato tre giri della pista di Fiorano su quello di F.1.

Giulio Delfino di Radio Rai ha vinto il Gp virtuale, mentre noi ci siamo dovuti consolare: abbiamo scoperto cosa provano piloti come Schumacher, Fisichella e Raikkonen che sul simulatore hanno forti conati di vomito...




http://www.omnicorse.it/magazine/14296/f1-...-della-ferrari-
 
Top
mauriturbo
view post Posted on 28/12/2011, 18:03     +1   -1




Abbiamo guidato il sofisticato strumento che usano solo i piloti del Cavallino. Ecco cosa si prova al volante. Vi raccontiamo l'incredibile esperienza


C_3_Media_1395524_immagine_fullw

Questo è il racconto di un’esperienza veramente unica ed esclusiva. Un giorno sul simulatore della Ferrari. Sì, proprio quello che sta al reparto corse di Maranello e dove ogni settimana si allenano i piloti titolari e i collaudatori. Un’occasione irripetibile e davvero esclusiva. Perché quelli che sono saliti sul simulatore Ferrari sono davvero pochissimi: Alonso e Massa ovviamente, poi i collaudatori del Cavallino, da Bertolini a Fisichella, Bianchi, Rigon. E basta. Quindi l’occasione che è capitata al vostro cronista è proprio di quelle da raccontare.

L’occasione è stata la tradizionale cena pre-natalizia del presidente della Ferrari, Montezemolo con i rappresentanti della stampa italiana F.1. Montezemolo ha voluto condirla con una trovata divertente: una sfida... all’ultima nausea fra tutti i giornalisti F.1 al simulatore Ferrari. Forse anche per vendicarsi simpaticamente delle critiche che spesso lanciano contro la squadra. Il simulatore del Cavallino è sempre stato considerato top secret. Visto che come per incanto era stato deciso di svelarlo a sorpresa agli occhi curiosi dei giornalisti, figurarsi se ci facevamo scappare l’occasione di salirci sopra. Nausea o non nausea.

Il simulatore Ferrari in realtà... sono due. Uno ludico e uno professionale. Il primo è una sorta di videogame evoluto su cui ci siamo cimentati tutti quanti sul giro simulato di Fiorano. Solo quelli che si sarebbero dimostrati capaci di scendere sotto un certo tempo limite sul giro al videogame, sarebbero stati ammessi al simulatore vero, quello professionale.

Diciamo subito che definire “videogame” il primo simulatore è molto riduttivo. È un arcade, ma di un livello eccelso. Pensate solo che siete seduti dentro la riproduzione di una vera scocca Ferrari. E tutti gli accessori, dal volante alle cinture, replicano quelli della macchina vera di Maranello. L’effetto scenico è esaltante. La scocca è stata ovviamente realizzata all’interno del reparto corse Ferrari. Volante e pedaliera sono pure quelli stile F.1. Le immagini provengono da due proiettori Hd che proiettano l’immagine virtuale del circuito non sul solito televisore Lcd, ma su un gigantesco schermo curvilineo alto un paio di metri e lungo cinque o sei che avvolge a 180 gradi l’intera scocca.

In pratica chi si siede nel simulatore si trova letteralmente immerso in un vero circuito e lo schermo curvilineo amplifica l’effetto della realtà virtuale. La grafica è eccezionale, il computer che muove l’intero simulatore è nascosto dietro lo schermo. Il software che fa da motore al simulatore è stato sviluppato da una società di Modena, la AllInSports. Dietro il cui nome si nasconde Anton Stipinovich, un ingegnere elettronico che ha lavorato per anni in F.1, prima alla McLaren poi in Ferrari.

Stipinovich ha realizzato questo simulatore in collaborazione con la Ferrari che lo vende soltanto a clienti esclusivi. Se ne volete uno da mettere in salotto, sappiate che ci sono due condizioni imprescindibili. Primo, costa la bellezza di 350mila euro, ovvero molto ma molto di più del prezzo di una Ferrari 458 o di una California vera (!). Secondo, se anche avete da parte i soldi, servono ulteriori credenziali: e cioé essere clienti o possessori di Ferrari, oppure dealer del Cavallino o ancora partner commerciali o sponsor di Maranello in qualche attività. Altrimenti niente.

Sarà anche un semplice videogame evoluto, ma vi garantiamo che l’esperienza al volante del simulatore Ferrari-AllInSports è fantastica. La risposta del volante e del pedale del freno - che sono essenziali in un simulatore per capire il livello di fedeltà della virtualizzazione - sono eccellenti; vicine a quella di una vera monoposto. E poi ci sono molti dettagli che impreziosiscono l’esperienza virtuale: il pre-tensionatore delle cinture a quattro punti che si tende quando frenate per simulare l’effetto della forza G in decelerazione. Infine il rombo del motore Ferrari simulato: è esaltante, appaga l’orecchio e contribuisce d accrescere l’effetto di guidare una vera Ferrari a Fiorano. La grafica è notevole e qui si capisce il vantaggio di avere un doppio proiettore Hd su uno schermo curvilineo invece dei soliti televisori Lcd affiancati: in questo modo l’immagine proiettata sullo schermo riesce a coprire un arco di quasi 180 gradi di visuale; esattamente quello che vedrebbe l’occhio umano dal vero in pista ed aiuta ancor di più a immergersi nella realtà virtuale.

Guidare la Ferrari F.1 simulata non è facile, come sanno tutti quelli che giocano ai videogames evoluti. Su una macchina vera in circuito la velocità e il brivido fanno da efficace deterrente. Sul simulatore invece inconsciamente la guida diventa più aggressiva. Per cui la bravura al volante di un simulatore è quella di saper dosare il proprio limite.

Il trucco per andar forte è uno solo. Guidare dolcemente. Essere armonici con volante e frenata e non aggressivi. Bertolini ci ha fatto un vero e proprio lavaggio del cervello per metterci in testa il giusto comportamento. Così dopo un primo tentativo poco efficace, abbiamo simulato un giro secco da qualifica e guidando più dolcemente siamo riusciti ad abbassare di 4 secondi il nostro miglior tempo, scendendo fino a 1’05”. Tenendo conto che Bertolini con la Ferrari F.1 vera a Fiorano gira in circa 59” - e col simulatore replica gli stessi tempi - c’è da essere soddisfatti. Ma questo è stato solo l’inizio. Il videogame AllInSports-Ferrari ci ha spalancato la porta al vero simulatore di Maranello. Per l’esperienza di guida virtuale più esaltante mai vissuta.

Ma questo ve lo racconteremo nella prossima puntata. A presto...

Alberto Sabbatini

(FINE PRIMA PARTE)


 
Top
mauriturbo
view post Posted on 2/1/2012, 18:33     +1   -1




Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta del simulatore Ferrari e delle emozioni che trasmette alla guida, visto che abbiamo avuto l’opportunità esclusiva di provarlo
La prima puntata della storia potete leggerla a questo link dove trovate anche il video .

Quando si sale sul simulatore Ferrari “vero”, quello professionale che usano i piloti, è tutta un’altra storia. Intanto è curioso rendersi conto di dove si trova. Provate a indovinare: ai margini della pista di Fiorano? Sbagliato. All’interno del reparto corse (come quello della Red Bull)? Ancora sbagliato. Si trova invece in un edificio a sé stante perché le dimensioni dell’oggetto, i suoi movimenti e il rumore che genera richiedono uno spazio adeguato e un isolamento perfetto. Il simulatore Ferrari è in una palazzina anonima ai margini del perimetro della Gestione Sportiva Ferrari (la squadra corse).

In un primo tempo si prova sconcerto nell’avvicinarsi a questo edificio in muratura e sentire all’improvviso il rombo del V8 Ferrari F.1 che gira forsennatamente al massimo regime e ogni tanto compie qualche scalata di marcia. Ci si comincia a guardare attorno convinti di essere finiti per sbaglio in mezzo alla pista di Fiorano e col timore che da un’istante all’altro ci piombi alle spalle in piena velocità la F.1. Invece il rumore arriva dall’interno della palazzina. Miracolo dell’impianto Dolby Surround 7.1 del simulatore che riproduce perfettamente il rombo della 150° Italia.

Varcata la porta, lo spettacolo sorprende e toglie il fiato. Il simulatore non ha le fattezze di un’automobile, ma di un enorme “ragno” metallico. Il corpo è una sfera d’alluminio e composito nera e massiccia del peso di circa due tonnellate sospesa a quattro-cinque metri d’altezza da terra; le “gambe” del “ragno” sono cinque enormi stantuffi idraulici che hanno il compito di sollevare in aria e spingere avanti e indietro la sfera con grande rapdiità per simulare le forze centrifughe a cui una monoposto F.1 è sottoposta nel giro di pista.
Il movimento degli stantuffi è controllato elettronicamente da grandi attuatori idraulici; pesano mezza tonnellata l’uno perché devono spostare rapidamente una sfera di due tonnellate per tre/quattro metri in altezza e sette/otto metri in lunghezza. Provate a immaginare che forza devono riuscire a generare.

La macchina è entro il “ragno”. Nascosta dall’intreccio di tubi e strutture. SI vede appena dall’alto mentre da sotto è invisibile. Per entrare nel simulatore ci si deve arrampicare per una scaletta di ferro che porta al cuore della sfera. Dove c’è una vera scocca di una F.1 Ferrari; è quella della F10 dello scorso anno, ma non cambia molto perché quel che conta è il software che gestisce il sistema, non la sigla del telaio. Il “cuore” del simulatore sono dieci calcolatori multiprocessore con una memoria totale di oltre 60 GB di Ram. Gira sotto sistema operativo Windows.

La differenza tra il simulatore ludico che abbiamo provato prima e questo professionale è enorme: la prima cosa che salta all’occhio è che qui siamo seduti all’interno di una vera monoposto di F.1 (mancano solo ruote, motore e musetto) e non in una riproduzione e tutto questo amplifica la sensazione di maestosità dell’intero meccanismo. Essere all’interno di un vero telaio significa che l’interno della vasca è strettissimo, disegnata sulle misure da fantino di piloti come Alonso e Massa e non sulla taglia 52 di un normale adulto. Le spalle si trovano poi praticamente bloccate sotto la struttura di protezione del collo a forma di U che corre attorno all’abitacolo, e così scopriamo quanto sia difficile girare il volante con le clavicole che non possono muoversi. Ma non possiamo certo accamparla come scusa per il nostro mediocre tempo sul giro!

Per guidare il simulatore Ferrari bisogna anche vestirsi parzialmente da piloti: la tuta non serve, ma le scarpette da pilota sono fondamentali perché la pedaliera è ovviamente molto angusta. Poi si deve usare il casco, anche se basta un jet aperto: non per protezione, ma per due buoni motivi: primo per non intontirsi col rumore del motore riprodotto dai 3500 Watt (!) del sistema Dolby Surround 7.1; ma soprattutto per parlare via radio col muretto box, o meglio col centro di controllo al piano superiore della palazzina. Già, perché voi nel simulatore siete soli, nel buio più assoluto e abbandonati a voi stessi. Legati dentro la Ferrari F.1 col volante stretto fra le dita e solo lo schermo che riproduce la pista di Fiorano acceso davanti a voi. Un’atmosfera surreale e anche un poco inquietante.

La cosa che fa più impressione all’inizio è l’accensione del sistema. Le luci si spengono, i sensi sentono la sfera sollevarsi in alto, come fosse un elicottero che sta decollando, poi lo schermo si illumina e d’improvviso da una gabbia angusta vi ritrovate proiettati nel bel mezzo di un circuito in piena velocità con la via di fuga che vi viene incontro. Sarà l’effetto del buio, sarà la consapevolezza di trovarsi dentro una “vera” Ferrari F.1, ma certo la realtà virtuale che viene riprodotta dal simulatore Ferrari è terribilmente reale.

Avendo fatto pochi minuti prima il confronto con quello ludico, si scopre quanto sia grande la differenza fra i vari sistemi arcade o semi-professionali e questo simulatore. Si accelera, si sterza e si cambia marcia allo stesso modo, ma la riproduzione della guida qui è veramente reale. Nei simulatori ludici, gli effetti delle forze fisiche sulla macchina vengono simulati facendo sollevare, vibrare e scuotere la scocca di pochi centimetri; qui invece l’effetto è ottenuto in altro modo. La sfera che contiene la scocca in cui siamo seduti, si solleva, avanza e indietreggia di parecchi metri nella stanza per riprodurre il movimento di un’auto in pista. Questo aumenta la realtà della simulazione. L’unica cosa che il simulatore Ferrari non riesce a simulare è la forza G in curva. Quella che si raggiunge nelle curve più veloci per effetto della forza centrifuga e che provoca i famosi dolori al collo tra i piloti, qui non si subisce. La sfera dovrebbe spostarsi di centro metri, non di cinque. Servirebbe un hangar da aereo e chissà quale sistema propulsivo per azionare il tutto.

Come spiega Marco Fainello, il responsabile del progetto del simulatore Ferrari: «Nessun simulatore di guida è in grado di riprodurre le reali sensazioni che si hanno quando si guida una vettura; la sensibilità degli esseri umani e, in particolare, di piloti esperti è troppo elevata per poter far credere di viaggiare in una vettura su un percorso non rettilineo mentre si è seduti in una stanza. Tuttavia, i simulatori sono in grado di fornire delle sensazioni - visive, di forza, di movimento, vibrazioni, rumori - identiche o anche soltanto simili, ma paragonabili a quelle reali».

Se siete curiosi, vi dico subito che guidare il simulatore Ferrari professionale è molto più difficile di quello ludico. E ci mancherebbe, visto che riproduce una vera F.1. Lo dicono i nostri tempi sul giro a Fiorano: 1’05” con il primo, quello tipo arcade, soltanto 1’18” con il professionale. Ma la sensazione è molto più sincera. Lo sterzo è l’esempio migliore: è più diretto fra le mani, non oscilla in modo imprevedibile come quello di un arcade; seguire la traiettoria, in un certo senso, è più facile.

Ma allora perché i tempi non sono migliori? Semplice: perché anche se virtuale si tratta di una vera F.1 e per portarla al limite servono piloti “veri”. La frenata è la cosa più difficile: richiede la stessa potenza sul pedale di una macchina vera, attorno agli 80/90 kg di pressione, il che significa schiacciare con tutto il vostro peso. Ma non basta: siccome il simulatore replica la guida di una F.1, la frenata va compiuta alleggerendo la pressione sul pedale man mano che la macchina rallenta. Altrimenti si finisce col bloccare le gomme, l’errore più facile e comune perché prenderci le giuste misure richiede molto allenamento.
Quello che proprio non abbiamo subìto invece è la tanto temuta nausea da simulatore che ha colpito piloti insospettabili, da Badoer a Fisichella, allo stesso Schumacher. Noi se non ci avessero tolto di peso da lì dentro, ci saremo rimasti per ore: tanto mica finisce la benzina...

Alberto Sabbatini



http://www.auto.it/autosprint/formula_1/20...ulatore+Ferrari
 
Top
2 replies since 25/12/2011, 21:08   746 views
  Share